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In una conferenza stampa tenuta il 26 giugno alla Camera dei Deputati, Cesare Damiano, Andrea Orlando, Antonella Incerti, Anna Rossomando e Alberto Pagani, hanno presentato una serie di punti sui quali costruire delle proposte di legge in materia di politiche sociali. Questi punti sono, per noi, importanti perché rappresentano una risposta alla politicha degli annunci a costo zero del Governo Gialloverde, che intendiamo incalzare su temi concreti anziché aspettare che emerga la futilità delle sue promesse. Al tempo stesso, le nostre proposte rappresentano una discontinuità da quanto fatto dal Partito Democratico, in questi anni, in tema di politiche sociali e del lavoro.

Una riflessione profonda, un tagliando al Jobs Act e sullo Stato Sociale. Il PD deve ripartire da qui. Mettiamo in campo un pacchetto di proposte di legge a disposizione del Partito Democratico e di tutti i parlamentari. Il fulcro di questo pacchetto sono i temi sociali e, tra questi, quello del lavoro, delle pensioni e della Gig Economy. Occorre una riflessione profonda. Il lavoro deve essere soprattutto lavoro a tempo indeterminato. Per farlo, proponiamo il ripristino delle causali ai fini dell’assunzione a tempo determinato, limitandone il numero di rinnovi. Sì agli incentivi per chi assume a tempo indeterminato, ma questi incentivi devono essere strutturali per ridimensionare l’anomala situazione italiana di un cuneo fiscale troppo elevato rispetto alla media europea. Bisogna poi intervenire sul tema dei licenziamenti individuali illegittimi che, dopo il Jobs Act, sono diventati troppo facili e troppo poco costosi: proponiamo di raddoppiare il risarcimento di base dalle attuali 4 mensilità ad 8, fino ad un massimo di 36 mensilità, in relazione all’anzianità di servizio. Sulla Gig Economy va previsto un intervento di regolazione contrattuale e legislativa.
Per quanto riguarda la Riforma Fornero va portato a compimento un percorso da noi già avviato nella scorsa legislatura. “Quota 100” va bene, ma con una base anagrafica che non superi i 63 anni. Altrimenti è un trucco. Occorre inoltre modificare il meccanismo introdotto da Forza Italia e dalla Lega al tempo del governo Berlusconi che aggancia l’età della pensione alla aspettativa di vita e che porterà – se non sarà fermato – l’età pensionabile a 70 anni entro il 2050. Ancora, chiediamo che sia confermata l’Ape volontaria e resa strutturale l’Ape sociale; bisogna prorogare Opzione Donna oltre il 31 dicembre 2015 e presentare la Nona ed ultima salvaguardia per gli esodati.
Il miglior modo per ricostruire un rapporto con l’elettorato di sinistra è rispondere alle giuste istanze di protezione e chiedere scusa per non averlo saputo fare nel modo adeguato.
Video: tutta la conferenza stampa
Il documento
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