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intervista a Marco Giordano, coordinatore cittadino Sinistra PD-Laburisti Roma

 

Sinistra PD-Laburisti Roma si sta organizzando sui territori, nei vari Municipi, nei luoghi di lavoro riscontrando interesse perché chiama il Partito Democratico cittadino a un ampio ragionamento.

Si è costituito di recente il coordinamento cittadino di Sinistra PD-Laburisti. Quali obiettivi si pone per l’immediato futuro?
È necessario che il Partito Democratico emerga dalla fase depressiva che lo ha afflitto dal momento del commissariamento e che si lasci alle spalle le dinamiche congressuali. Sinistra PD-Laburisti Roma si sta organizzando sui territori, nei vari Municipi, nei luoghi di lavoro riscontrando interesse. Questo, perché Sinistra PD-Laburisti vuole chiamare il Partito Democratico cittadino a un ampio ragionamento. Infatti, l’area laburista promuove l’idea di un nuovo umanesimo del Lavoro che richiede una battaglia culturale che coinvolga tutti. È ora di rappresentare effettivamente, nel modo più pragmatico, le difficoltà che affrontano, ogni giorno, i cittadini, i lavoratori, quella che è la base naturale del nostro Partito.

Roma è una città in una crisi profondissima: economica, occupazionale, sociale. Da dove partire?
Il 5 ottobre il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha incontrato la sindaca Raggi in merito alla proposta di un tavolo sullo sviluppo di Roma. Sorvoliamo sugli aspetti folcloristici offerti da Raggi nell’imbastire una polemica senza sostanza nei giorni precedenti l’incontro. Restiamo ai fatti. Il 17 ottobre, i tecnici del ministero e dell’Amministrazione capitolina si incontreranno per avviare il ragionamento. Ed è dal ragionamento che ci interessa partire. Facciamo un veloce passo indietro. La Capitale è passata dall’essere una città con un Pil molto alto a una gravissima crisi: il tessuto produttivo della città si è sgretolato. I fasti del modello Roma e della Tiburtina Valley sono ormai un ricordo appannato.

Dunque?
Mentre il Paese si avvia verso la ripresa, il Lazio segnala una serie di indicatori positivi. Intorno a Roma, le cose sono in movimento. Il rapporto Istat su export e territorio segnala che il Lazio ha goduto di una crescita del 15,5% delle esportazioni nei primi sei mesi del 2017. Ma come può la Capitale d’Italia agganciare la ripresa? Per poter più efficacemente contrastare le conseguenze della crisi degli anni che abbiamo alle spalle, deve essere espressa una visione organica dello sviluppo. In primo luogo, i lavoratori devono tornare a essere protagonisti della vita politica e sociale. Si devono progettare – come affermano le “10 Proposte per un nuovo umanesimo del lavoro” di Sinistra PD-Laburisti – politiche economiche, industriali, del lavoro e sociali collegate tra loro. E delle quali siano dichiarati obiettivi qualitativi e traguardi temporali.
Dobbiamo parlare di cose diverse, di cose che riguardano la vita di ogni cittadino: ambiente, trasporti, urbanistica, agricoltura, le filiere del recupero dei beni comuni come scuole, edifici pubblici e via elencando. Servono altri modelli e indicatori della salute e del benessere che rimettano al centro le persone e i luoghi in cui vivono. Le sfide e le difficoltà nel rendere le città, il più possibile, sostenibili e vivibili sono enormi; ma anche entusiasmanti. Perché le città possono avere un ruolo fondamentale nel trovare soluzioni ed essere l’esempio di un nuovo sistema di sviluppo economico e di convivenza.

Quindi, secondo te, Roma ha un potenziale di energie da cui ripartire. Come lo si può utilizzare?
“Un rimescolamento di carte – nota il giornalista Diodato Pirone su Il Messaggero del 12 ottobre – che dovrebbe articolarsi su quattro direttrici: infrastrutture adeguate; scuole superiori e Università attente alle nuove professionalità; incentivi per reti logistiche moderne; nuovo dinamismo bancario. Gli addetti ai lavori lo chiamano ‘localismo di qualità’. Un’utopia, forse, ma anche un’occasione da non perdere.”
Bisogna tornare a investire: qui è nevralgico il ruolo del Comune. L’amministrazione “stellare” su questo viaggia al buio. Dimostra una piena incapacità di governare la città e risolvere le difficoltà, a partire anche da quelle più elementari. Nel constatare tutto questo, noi del Partito Democratico dobbiamo essere consistenti nell’elaborazione di alternative. Ad esempio, in pochi anni, Milano si è arricchita di spazi di coworking, fablab e maker space. Dietro queste sigle che potrebbero apparire “modaliole”, c’è l’impulso di un Comune che ha stanziato centinaia di milioni di euro per la manifattura del futuro e che ha messo a disposizione trenta ettari di terreni per progetti di agricoltura innovativa. Con l’obiettivo di accrescere il numero di questi spazi e popolare di attività, in particolare, i quartieri più periferici e desolati.
Allora, chiediamoci per quale motivo, una città come Roma che è la prima in Italia per estensione agricola, presenza di liberi professionisti e lavoratori autonomi, innumerevoli attività – più della media nazionale – che ruotano intorno ai servizi alle imprese, intermediazioni finanziarie, servizi sociali, importanti centri di produzione e trasmissione radio-visiva e attività artigianali, non investa in un simile modello.
Abbiamo già accennato alle difficoltà della Giunta capitolina. Dopo un anno e mezzo di “ritirata” da ogni grande investimento che avrebbe potuto portare capitali freschi e nuovi posti di lavoro in città – Olimpiadi, Torri Tim dell’Eur, Stadi dell’AS Roma – la Giunta non mostra alcun intendimento di cambiare rotta. Sembra, semplicemente rassegnata a gestire la “caduta”. Attribuendone, ancora, ogni responsabilità a un passato ormai, dopo sedici mesi dalla vasta vittoria elettorale, più mitico che reale. C’era il tempo e il modo di cambiare rotta.

L’emergenza sociale a Roma sta esplodendo con violenza. I fascisti stanno cavalcando il disagio nelle periferie.
C’è sempre qualcuno pronto a cavalcare i disagi. Il problema è che la risposta che offre è falsa e inutile a risolvere quel disagio. Dobbiamo mostrare molta attenzione alla condizione sociale delle persone. L’equità della società dipende da scelte politiche. Negli ultimi decenni, politiche basate su un neoliberismo sfrenato hanno prodotto il declino delle classi medie e lavoratrici. Questo ha offerto un nuovo terreno alle destre estreme e alle espressioni del populismo.  Noi siamo la forza che deve riconoscere coloro che si sentono dimenticati, ai quali dobbiamo offrire una prospettiva di equità, giustizia e riscatto. Affermare scelte diverse è il compito del nostro Partito.

Marco Giordano

Marco Giordano

Coordinatore cittadino Sinistra PD-Laburisti Roma.

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