La prossima legge elettorale, di impianto verosimilmente proporzionale, rafforza l’idea di tenere separate le due funzioni, guida del governo e guida del partito, anche per essere il PD uno dei pochi, se non l’unico partito organizzato sulla scena politica italiana.
A questo malessere preesistente si aggiunge oggi il carico della scissione del PD, che ha determinato grande sconcerto tra iscritti, militanti ed elettori: disincanto, abbandono silenzioso, lacerazione di legami antichi politici e umani. Il rischio è che tante persone scelgano il ritiro. Occorre utilizzare la campagna congressuale per riallacciare rapporti con gli iscritti, ascoltare e raccogliere le ragioni del disagio e del disimpegno; aiutare il ritorno alla militanza attiva nel PD, che, a partire dai circoli, deve presentarsi come una comunità aperta e popolare, in cui il confronto aperto sia strettamente legato all’iniziativa politica sui temi locali e nazionali. Oltre agli iscritti, occorre guardare alle energie nuove che dobbiamo attrarre e accogliere nel partito. Le primarie aperte siano un momento largo di contaminazione del PD, dei militanti con i giovani, i lavoratori, i cittadini.